Alla scoperta dei nativi digitali
Chi sono e come si comportano i nuovi teenager italiani?
Gli adolescenti di oggi – registrati all’anagrafe tra il 1995 e il 2010 –, chiamati anche post-millennials, sono la prima generazione nata in mezzo a smartphone, tablet e televisori al plasma.
Ma come sono davvero questi nativi digitali (espressione coniata dallo scrittore statunitense Marc Prensky nel 2001), almeno in Italia, nella vita di tutti i giorni? Troppo divano e poca ginnastica: quasi 1 su 5 è in sovrappeso e vedono nella frutta un nemico piuttosto che un alimento salutare… Meno del 10%, infatti, svolge almeno un’ora al giorno di attività motoria, il minimo raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Una fotografia a tutto tondo ci viene dal sistema di sorveglianza HBSC (Health Behaviour in School-aged Children – Comportamenti collegati alla salute in ragazzi di età scolare) che produce, ogni 4 anni, uno studio internazionale in collaborazione con l’OMS, gli atenei di Padova, Torino e Siena e le Regioni. L’ultima indagine ha coinvolto quasi 59mila ragazzi di 11, 13 e 15 anni, intervistati nel 2018 in Italia.
Passando agli stili di vita, aumentano di più i comportamenti estremi, mentre si stabilizzano quelli più “classici”, come il fumo. L’11% nella fascia 11-15 anni ha fumato nell’ultimo mese, con le quindicenni che si confermano più avvezze alla sigaretta dei colleghi maschi (32% contro 25% almeno per un giorno).
L’incremento più netto è, però, alle voci alcolici e, soprattutto, gioco d’azzardo. Spie, probabilmente, di un malessere nascosto e di maglie larghe nei controlli. Ricordiamo che l’OMS raccomanda la totale astensione dall’alcol fino ai 15 anni.
In particolare, da tenere sotto controllo, ci sono proprio i giochi d’azzardo, e con questo termine intendiamo le scommesse sul risultato di un evento sportivo e i giochi di fortuna in cui si può vincere o perdere denaro, come le slot-machine e i Gratta e Vinci.
Tuttavia, i teenager 3.0 mostrano di avere buone relazioni con i genitori e tra pari, smentendo così l’idea che l’utilizzo massiccio dei nuovi media e dei social network allontani dalla realtà. Nel 2018, infatti, oltre il 70% dei ragazzi dice di parlare facilmente con mamma e papà (tra i dati più alti in Europa) e più dell’80% di avere amici con cui condividere gioie e dispiaceri e parlare dei propri problemi.
Il 62% ha invece fiducia negli insegnanti, ma la scuola come istituzione non si può dire che seduca: siamo in coda negli apprezzamenti tra tutti i paesi europei. Calano, però, gli atti di bullismo, che decrescono con l’età: l’Italia è tra le nazioni meno colpite da questo fenomeno, così come dal cyberbullismo.
Bella zio! Ma allora questi nativi digitali qualche pregio in fondo ce l’hanno…
Fonte: consumatori.e-coop.it